lunedì 1 luglio 2013

Salutiamoci di Luglio: il Peperone!



Diverse fonti storiche lo raccontano originario del Brasile o della Giamaica; fu certamente usato per l’alimentazione degli Almechi, fra il V ed il I secolo a. C. nel Golfo del Messico. "Sembra che il primo occidentale che conobbe sulla lingua il sapore piccante del peperone fu il medico della seconda spedizione di Colombo, Diego Alvaro Chanca, che lo usò come condimento nel 1494: il peperone, quindi, arrivò in Europa stivato nelle caravelle di Colombo che tornavano nel vecchio continente, nel 1514.
Il nome con il quale era chiamato in tutto il nuovo mondo era "chili" e cosi è rimasto.
In Europa si diffuse abbastanza velocemente nonostante il divieto di farne commercio sancito dal Portogallo, che temeva un danno per il proprio mercato del pepe, fino ad allora unica e costosissima spezia in grado di insaporire le pietanze favorendone la conservazione.
Il Mattioli, medico senese autore di un famoso trattato sulle piante del 1568, parla del peperoncino già come di una pianta comune, chiamandolo "pepe cornuto" o "pepe d'India".
Comincia da qui la difficile e intricata questione della nomenclatura a proposito di questo frutto, che troverà, solo con la sistematica di Linneo, nel Settecento, il definitivo nome scientifico di "capsicum".
La pianta del Peperone (dal latino piper-eris, cioè pepe) appartiene al genere Capsicum (famiglia delle Solanacee).
I peperoni svolgono una azione diuretica, antireumatica, antinevralgica, stimolano la vitalità dei tessuti, favoriscono l'ossigenazione del sangue, attivano il circolo venoso e capillare prevenendo le malattie vascolari.
Versatile e gustoso, il peperone è anche l’ortaggio più ricco di vitamina C, soprattutto gli esemplari rossi, ma contengono anche vitamina A, fosforo, calcio e potassio. Grazie a un gusto dolce, ma per quelli più piccoli anche piccante, e a colori straordinari, viene proclamato protagonista indiscusso delle nostre tavole estive.

Il nome latino "capsicum" deriva da “capsa”, scatola, per la particolare forma del frutto che ricorda proprio una scatola con dentro i semi; oppure dal greco “kapto” che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia.

Dotata di un elevato grado di rusticità, questa pianta si è ben adattata alle condizioni pedoclimatiche Europee ed in special modo a quelle italiane: la sua diffusione sull’intero territorio nazionale è confermata da numerosi ecotipi selezionati. Le regioni maggiormente interessate dalla coltura sono la Sicilia (23 per cento), la Puglia (15 per cento), la Campania e il Lazio (11 per cento).
Nonostante la maggiore diffusione della coltura del peperone si registra nelle regioni meridionali, si ritiene che nel nostro Paese la patria d'adozione del peperone sia il Piemonte (specie nella zona di Carmagnola), dove si producono le qualita più pregiate: Quadrato, Lungo o Corno di bue, Trottola e Tumaticot. Altrettanto famosi sono il “Corno di Toro”, coltivato in Campania,  il “Calabrese Verde” ed il “Siciliano”. E poi ancora il Cayenna, il Montero, il Settebello, la Ciliegia piccante, il Topepo rosso, il peperone di Senise. Molto noto è anche il “Peperone di Pontecorvo“, particolarmente coltivato nella bassa Ciociaria". Fonte: QUI
Se volete saperne di più su pulizia e tagli, vi consiglio di sbirciare questo bel video del sito Alberghiera.it, troverete anche indicazioni sulla cottura in padella, al crudo, alla griglia e per guarnizioni.
Se invece vi domandate se abbondare oppure no, vi suggerisco la lettura di questo interessantissimo post de “La mia macrobiotica". 


Tratto da Ravanello Curioso  http://ravanellocurioso.wordpress.com

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